Presentazione libro: “Se stiamo insieme”
Domenica 19 Maggio 2013 – ore 17:00
Padiglione 3 – Sala Incubatore
Interverranno: Gianni Vattimo, Giorgio Ghibaudo, Gianluca Polastri
con gli autori: Francesco Botti, Ivan Cotroneo, Eduardo Savarese e Willy Vaira
Se stiamo insieme ci sarà un perché
La coppia di fatto si racconta
a cura di Claudio Finelli
Scritto da Luca Baldoni, Francesco Botti, Franco Buffoni, Antonella Cilento, Geraldina Colotti, Ivan Cotroneo, Daniela Gambino, Mapi Garò, Alessandro Pilloni, Eduardo Savarese, Marco Simonelli, Willy Vaira
prefazione di Ivan Scalfarotto; postfazione di Vincenzo Branà
Caracò Editore
La necessità di dare una forma concreta, definita e reale alla nostra vita affettiva, di coppia. La necessità di lasciare traccia indelebile del nostro amore e del nostro progetto di vita, di un’unione che vorremmo proteggere nella buona e nella cattiva sorte, senza temere che improvvisi rovesci di fortuna ci sprofondino nel limbo dell’indistinto e dell’inesistente. L’urgenza di essere riconosciuti come cellule solidali, portatrici sane di valori, espressione contemporanea di un inedito senso di responsabilità, dispositivi sociali non tradizionali e – proprio per questo – autentici, conformi alla Storia di cui siamo figli. Trame immaginate e testimonianze dirette, avventure del cuore e vicissitudini burocratiche: la letteratura diventa lente d’ingrandimento per leggere la progressiva emancipazione del desiderio, del sentimento e della coppia, l’emersione graduale ed inarrestabile di un nuovo modello di famiglia che, a prescindere dalla sua composizione, è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetto e tutelato. Perché, come cantava qualcuno, qualche anno fa, se stiamo insieme ci sarà un perché…
Ci accorgiamo di essere una “coppia di fatto” quando il fatto è fatto. In una sala di rianimazione, davanti a un giudice o dal direttore di una banca. E siamo “di fatto” per differenza….
Non invitare Adele Parrillo al funerale di Stefano Rolla, morto a Nassirya. Impedire a Rossana Podestà di vedere Walter Bonatti ricoverato in rianimazione dopo decenni di convivenza alla luce del sole. Non consentire a Michela Miti di decidere della sorte di Alberto Bevilacqua ricoverato in una struttura ospedaliera. Tre storie francamente inspiegabili che riguardano tre coppie alle quali non mancava nulla se non il crisma di un matrimonio, magari contratto dieci, venti o cinquant’anni prima. Non dovrebbe essere lo Stato a decidere chi ha diritto a presenziare a un funerale né un parente a decidere delle sorti di un malato, se quel malato ha condiviso letto e tavola, sogni e speranze, “buona e cattiva sorte” con una persona che non può immediatamente trasformarsi in un’estranea.